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domenica 10 aprile 2011

Zaia: «Sarkozy dovrebbe vergognarsi, l'Italia deve boicottare i prodotti francesi»

Luca Zaia
di Alda Vanzan

VENEZIA - In questa intervista, uscita sul Gazzettino di domenica ma sempre di attualità, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia spiega la sua politica verso profughi e clandestini e perché i prodotti francesi dovrebbero essere boicottati.

Presidente Luca Zaia, il Veneto ospiterà i tunisini?
«Per me rimane inviolabile questo principio: sì all’accoglienza dei profughi, eritrei, somali e libici, stiamo parlando al momento di duemila persone che tra l’altro hanno già trovato collocazione, ma l’Onu ci dice che sono in movimento altre 480mila persone. Quanto ai 20mila tunisini, giorno dopo giorno, ora dopo ora, mi faccio sempre più convinto, da veneto per i veneti, che i clandestini vanno caricati sulle navi e portati a casa loro».

Il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, ha fatto fermare i lavori della tendopoli dopo aver saputo che sarebbero arrivati clandestini anziché profughi. Farebbe altrettanto per la tendopoli di Padova?
«Chiamparino ha ribadito la nostra posizione: profughi sì, clandestini no. E Padova non è all’ordine del giorno. Anzi, non c’è nulla all’ordine del giorno. Né Padova, né Feltre, né altri siti veneti».

Intanto il premier ha detto che "dobbiamo essere comprensivi e ospitali, perché siamo un Paese civile e cattolico".
«Con i profughi, certo».

In Francia i tunisini neanche mettono piede.
«Quello dei francesi è un comportamento deplorevole, hanno reinventato le frontiere! Dovremmo mettere in piedi un sistema di controrisposte rispetto a quello che stanno facendo i francesi».

Tipo?
«Lo dice uno che a suo tempo fece la lotta allo champagne: iniziamo a boicottare i loro prodotti. Sarkozy dovrebbe vergognarsi, si sta facendo la campagna elettorale su questa vicenda».

Ha parlato con i sindaci, gli amministratori locali, magari con i normali cittadini?
«Sì e devo dire che il governatore è in linea con i veneti: non c’è solidarietà nei confronti dei clandestini tunisini che arrivano col giubbottino, gli occhiali da sole e le scarpettine pulite».

E i profughi dove li ospiterete quando arriveranno?
«È una partita che gestirà il governo con le prefetture, ma io penso a microinsediamenti, all’ospitalità di associazioni e piccole realtà».

Tra gli altri temi che tengono banco in Veneto c’è l’Affittopoli.
«È una partita che ha evidenza nazionale e ce la siamo trovata anche qui. Non conosco la genesi né lo stato dell’arte rispetto a questi fatti. Senza la volontà di criminalizzare le persone che hanno l’unica colpa di essersi comprata la casa o di averla in affitto, noi però faremo tutte le verifiche. Ho già dato incarico al segretario regionale Tiziano Baggio di fare un censimento».

Renderà pubblici i nomi o ci sarà la privacy come obiettano a Vicenza?
«Non esiste segretezza, è un diritto del cittadino sapere».

Rapporti Lega-Pdl, dal nucleare all’ogm gli attriti non mancano. Colpa delle imminenti amministrative o la tensione nasconde dell’altro?
«Sotto le elezioni c’è sempre un’ansia da prestazione, ma i nostri rapporti sono ottimi, il mio elemento di confronto è il programma elettorale. Poi, su alcuni temi come il nucleare, gli ogm, l’eutanasia, l’aborto, ci sono sensibilità individuali, c’è libertà di coscienza. Non mi meraviglierei se anche nel nostro partito ci fosse una spaccatura».

Che dice di Galan che ha vietato al Pdl l’uso del marchio "Forza Veneto" a Treviso?
«È un problema loro, non mio».

Buco in sanità, si è capito che rimetterà l’Irpef. È così?
«Sto facendo dei ragionamenti. Ci mancano 60-70 milioni, stiamo facendo i conteggi, ma la vedo difficile tirarli fuori dal bilancio attuale. Tra l’8 e il 10 aprile ci arriverà l’"avviso" dal presidente del Consiglio: o sistemiamo i conti o sarò nominato commissario. Avremo tempo fino al 30 aprile per decidere. E siccome io dico che da soli si fa prima, ma assieme si fa più strada, discuteremo in giunta».

Galan ha chiesto dove sono finiti i debiti della sanità.
«Lo chieda al suo collega Tremonti che ha appena chiuso i piani di rientro delle Regioni: abbiamo una miliardata di buco di ammortamenti diluita in 25 anni».

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