sabato 2 aprile 2011

LEGA PRONTA ALLA CRISI DI GOVERNO

La grande paura di Silvio Berlusconi è il precipitare della situazione, la crisi, il ritorno alle urne. La Lega non vuole essere spazzata via dallo «tsunami immigrazione». Umberto Bossi ha avvertito il premier che il Carroccio non potrà resistere a lungo al temporeggiare, i clandestini vanno rimpatriati.
Berlusconi è il primo a esserne consapevole. La bagarre alla Camera, lo slittamento del voto sul processo breve, il caso Ruby, il pressing dei responsabili per il rimpastino, perfino l'avvertimento lanciato dal Quirinale (accolto immediatamente dalla Lega) passano in secondo piano rispetto allo scenario della rottura con il «più fedele alleato». Il "sacrificio" di Alfredo Mantovano lo conferma.
Il sottosegretario al ministero dell'Interno si è dimesso perché ha preso atto che a prevalere nelle scelte del governo sono anzitutto le richieste della Lega. Bossi non vuole tendopoli dalle sue parti e così il premier è stato costretto a consentire la concentrazione degli immigrati al Sud e in particolare in Puglia, regione che diede i natali all'ex An Mantovano ma anche governata da Nichi Vendola. Una scelta che potrebbe comunque rivelarsi non sufficiente e che il premier e il Pdl rischiano di pagare cara. Se i clandestini non arriveranno al Nord e non verranno rimpatriati la Lega è pronta a sfilarsi, e il Pdl verrà massacrato. È una preoccupazione che investe l'intero pdl. Di qui gli appelli all'unità lanciati ieri, all'indomani delle tensioni emerse dopo lo show del ministro della Difesa Ignazio La Russa, che qualcuno aveva pensato di poter «sfruttare» per una resa dei conti tra ex An ed ex Fli.

1 commento:

  1. Scusate ma è pieno di errori che cambiano il significato dell'articolo.

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