domenica 13 marzo 2011

Il governo apre sul fisco regionale

ROMA
Modifiche sì ma senza stravolgimenti. È la parola d'ordine dell'governo nella trattativa avviata su fisco regionale, provinciale e costi standard sanitari. E che dovrebbe tradursi nell'accoglimento (in tutto o in parte) degli emendamenti del Pd su Lep, conferenza della finanza pubblica e città metropolitane. Mentre appare in salita il percorso delle novità invocate su perequazione e addizionale regionale Irpef.
Una prima conferma si avrà domani quando i tecnici di Semplificazione e Riforme cominceranno a lavorare sui cambiamenti da apportare al quinto decreto attuativo del federalismo all'esame della bicamerale. Il confronto proseguirà il giorno dopo quando i due relatori, Massimo Corsaro (Pdl) e Francesco Boccia (Pd), cominceranno a redigere il parere che dovrebbe essere depositato l'indomani e votato mercoledì 23. È intenzione comune provare ad arrivare a un testo condiviso per non ripetere il muro contro muro sul fisco municipale, testimoniato dal pareggio finale, che ha poi costretto l'esecutivo a riferire alle Camere prima di approvarlo definitivamente.
Visto che gli equilibri politici in commissione restano gli stessi (15 a 15 tra maggioranza e minoranza) Pdl e Lega paiono obbligati a cambiare metodo. Puntando sin dall'inizio sul dialogo e sul lavoro gomito a gomito. Si spiegano così le aperture fatte giovedì dal ministro Roberto Calderoli e ribadite ieri dal capogruppo leghista alla Camera, Marco Reguzzoni, secondo cui qualche richiesta dei democratici «è degna di accoglimento». Quali? Sicuramente l'inserimento in questo dlgs – e non in quello su premi e sanzioni che deve ancora avere l'ok della conferenza unificata, ndr – della conferenza per il coordinamento della finanza pubblica: l'organismo a cui la legge delega dà il compito di monitorare il livello della pressione fiscale complessiva e suggerire le eventuali contromisure da adottare. Stesso discorso per le città metropolitane che ora non sono affatto contemplate e alle quali il Pd ha chiesto di attribuire una quota più ampia di compartecipazione all'Iva e all'Irpef rispetto a quelle riconosciute, rispettivamente, ai comuni e alle province. Il tris di aperture verrebbe completato dalla previsione di un percorso che porti a individuare i livelli essenziali delle prestazioni (Lep) da garantire nelle materie fondamentali diverse dalla sanità: scuola, assistenza e trasporto locale.
Se ci si fermasse qui, difficilmente il Pd assicurerebbe il suo sì. Tant'è che il vicepresidente della bicamerale, Marco Causi, indica almeno altre quattro questioni cruciali. Partendo «dalla sfida che abbiamo lanciato al governo ad anticipare al 2012 l'arrivo del fondo perequativo permanente che consenta di fare subito la perequazione in tutti i servizi essenziali partendo dalla compartecipazione Iva» e passando dalla richiesta di «non mettere a repentaglio la progressività dell'Irpef» ad esempio con la possibilità di introdurre detrazioni regionali sulla propria quota di addizionale, si arriva alla sanità. Qui la proposta è di distinguere «il fabbisogno sanitario finanziabile da quello standard» per avvicinare progressivamente il primo al secondo. Ultimo punto i tagli della manovra estiva che non devono impattare sull'attuazione della riforma.
In realtà da questo orecchio è più difficile però che Calderoli ci senta. L'impressione è che sull'addizionale Irpef, così come su costi standard e Irap, cercherà di intervenire il meno possibile laddove sui tagli la parola finale spetterà al responsabile dell'Economia Giulio Tremonti che mercoledì dovrebbe vedere i governatori.
Di federalismo parla anche la Cgil che pone l'accento sul rischio di aumento delle tasse per 16 milioni di cittadini. Tanti sarebbero, secondo il sindacato di corso d'Italia, i lavoratori dipendenti e pensionati che risiedono nei «3.500 comuni che probabilmente aumenteranno le addizionali» comunali Irpef fino allo 0,4 per cento (su cui si veda altro articolo a pagina 22).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le novità in vista
Livelli essenziali per scuola e assistenza
p Anziché rinviare a un successivo decreto, come fa la versione attuale del dlgs su fisco regionale e costi standard, verrebbe inserito il rinvio a un dpcm, da sottoporre al parere della bicamerale, che effettui la ricognizione dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep) nelle materie fondamentali diversi dalla sanità: scuola, assistenza e trasporto locale
Conferenza permanente per la finanza pubblica
pVerrà introdotta già in questo decreto, senza aspettare quello su premi e sanzioni, la conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica. L'organismo è previsto dalla legge 42 per monitorare il livello complessivo della pressione fiscale e proporre le eventuali contromisure a regioni ed enti locali
Autonomia tributaria alle città metropolitane
pDovrebbe essere accolta anche la proposta di decidere da subito le fonti di finanziamento delle future città metropolitane. Il fulcro della loro autonomia tributaria dovrebbe essere assicurata da una compartecipazione all'Iva e da una all'Irpef più ampie di quelle assegnate, rispettivamente, a comuni e province,

Nessun commento:

Posta un commento